Ci ha lasciato sabato 19 dicembre, ad 82 anni, Sergio Albanese, eminente figura del mondo equestre, dalle grandi qualità di cavaliere ed eccellente interprete di ogni genere di cavalli passati sotto la sua sella. Sarebbe tuttavia riduttivo, nel suo caso, circoscrivere la popolarità solo nell'ambito dei risultati sportivi, ottenuti già da cavaliere junior; sono numerosissimi gli aneddoti che spesso riaffiorano dalla memoria nelle tante persone che lo hanno conosciuto e frequentato, racconti dai quali emerge il profilo di un personaggio dalle infinite risorse e dai moltissimi talenti.
Riteniamo che il modo migliore per rievocare la sua immagine di uomo di cavalli sia quello di affidarsi alla efficace prosa del Generale Lodovico Nava che ne traccia questo acuto ritratto all'interno del suo volume "Da un secolo all'altro...a cavallo", edito nel 2010:
"Sergio Albanese quando monta a cavallo, cosa che fa quotidianamente, ti fa capire di essere un vero talento naturale (e non vedo altro migliore appellativo cui si possa ricorrere), mentre a piedi è un amicone o un compagnone che trasmette allegria e buonumore a non finire. 
A cavallo è capace di creare e risolvere situazioni impossibili e impensabili, e non si saprà mai se è il cavallo che scherza con lui o viceversa. Come detto, è un vero talento naturale perché riesce a ridurre qualsiasi tipo di cavallo, dal più nevrile al più modesto, ad un minimo comune denominatore, concedendo a tutti la possibilità di esprimere quanto di meglio è nelle loro capacità. È molto portato per lo show, diciamo equestre, dimostrando come si possa galoppare e portare il cavallo davanti ad un ostacolo di notevoli dimensioni in condizioni ottimali per saltarlo, senza distogliere lo sguardo dalla persona terra, con la quale sta parlando. Uno show che solo lui è capace di fare.
Una sua caratteristica marginale e di natura puramente formale è quella di montare sempre senza speroni e senza frustino, la qual cosa lo fece trovare in una situazione critica con un cavallo che non voleva saperne di affrontare una doppia gabbia durante un concorso internazionale di Merano, tanto da portarlo a dire al pubblico che assisteva alla gara "e mo?" 
E' stato artefice dei successi Olimpici e Mondiali del pentathlon moderno di cui curava la preparazione dei cavalli e degli atleti, intervenendo oltre che nel settore di sua competenza (la prova a cavallo) anche nel dare entusiasmo e forza agonistica nelle altre discipline utilizzando in questo la sua grande passionalità.
Ha preso parte alla preparazione dei cavalli per il completo delle olimpiadi di Roma, ed è stato un attore importante di Piazza di Siena, in occasione del concorso ippico internazionale dove tutti lo ricordano con il cavallo Rosso Antico. Il suo straordinario eclettismo non si limita solo al mondo del cavallo perché anche nel campo della pittura contemporanea ha competenza, conoscenze e occhio. Sergio è romano nella misura più divertente, è arguto e doppiogiochista.
In politica, se mai avesse intrapreso questa carriera, sarebbe stato un grande nel "ribaltare". L'ha sempre ignorata, per sua fortuna, perché il regno in cui doveva vivere ed esprimersi, cosa che continua a fare, è quello del cavallo e Sergio è uomo di cavalli."
Il Presidente Carlo Nepi e il Consiglio Direttivo del Comitato Regionale Lazio, insieme ai tanti appassionati e alle persone che lo hanno conosciuto e apprezzato,  rivolgono un commosso saluto e un caloroso abbraccio alla famiglia di Sergio Albanese.

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